Sorta nella Grecia antica con i sofisti, come tecnica del discorso teso a persuadere, la retorica fu applicata fin dall’inizio all’oratoria giudiziaria. Strumento dalle molteplici potenzialità, in età classica rappresentava il cardine della formazione per chiunque desiderasse partecipare alla vita pubblica. La retorica imprime forza alle parole: argomenta, persuade, motiva; rende efficace ogni nostro discorso, scritto o parlato.
La nostra Scuola di retorica intende recuperare quel patrimonio di conoscenze e di tecniche, adattandolo al nostro tempo e alle esigenze di specifiche professionalità. In particolare, fra gli altri, intende rivolgersi ai giuristi per proporre una reinterpretazione del loro modo di scrivere e, in genere, di comunicare.
La lingua degli atti giudiziari è irta di stereotipi e di arcaismi, abbonda di circonlocuzioni prolisse e frasi formulari, è caratterizzata dall’abuso delle subordinate e da un’interpretazione a volte spregiudicata della grammatica e della sintassi. È, insomma, una lingua oscura e sostanzialmente antidemocratica che va riformata, contrapponendole una pratica di chiarezza, concisione, linearità e, dunque, in definitiva di moderna efficacia.